Marco Lorenzini - In Due a Venezia - Aprile 2015
La cifra delle fotografie di Marco Lorenzini è il dettaglio. Siamo attirati da un punto che sfugge all'immagine, apre, indica altrove. Due piedi che spuntano, un vecchio e un bambino, i cani. Dettagli che diventano quasi una grammatica, un percorso che si puo seguire. Cos'altro sta guardando il fotografo? A cosa si rivolge? E noi lo capiamo? Oppure questi dettagli sono gli scarti di un'altra immagine, qualcosa che semplicemente avanza da cio che non e nella fotografia?
Sono domande a cui probabilmente Marco fotografo non vorrà offrire una risposta. In fondo le domande migliori sono quelle che restano aperte, non quelle che trovano una soluzione e così ci lasciano. Quando questa domanda si pone però, le fotografie mi intrigano, mi piacciono, capisco che Marco vede qualcosa, o meglio, vede attraverso il dettaglio che vedo anche io e ci invita a vedere attraverso quella fessura. Si potrebbe dire che e il suo stile, e ricorre ovunque così come riconosciamo la voce di un autore anche negli appunti, la mano di un maestro nei disegni preparatori, tutti quei momenti che restano ai margini delle opere e che da Iì ripropongono il proprio interrogativo, ricostruendo intorno a se lo spazio non solo dell'autore ma di tutto quello che circondava quel momento. Penso che la grande qualità di chi fa fotografie è proprio questa e a me, che sono spesso distratto, insegnano molto: che la realtà e piena di istanti che sfuggono, di dettagli appunto che rendono quell'angolo di strada, l'immagine che si riflette nello specchio di un vaporetto, un uomo che poggia la testa sul suo cane, degno dei momenti in cui guardiamo e pensiamo. Che nella disattenzione qualcosa e sfuggito, Marco Ii ricattura e ce Ii ripropone. Enrico Palandri |
C O N T A T T I
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